Rassegna Stampa Fiscale
Bollette, rimodulati gli aiuti Giorgetti: bonus riscaldamento
Corriere della Sera - Enrico Marro - Pag. 22
Gli aiuti contro il caro-bollette scadranno a fine mese e il Governo lavora ad un pacchetto di misure che scatteranno dal 1°aprile. I nuovi sostegni saranno in parte confermati e in parte ridotti, per una spesa complessiva per il secondo semestre dell’anno di 4,9 miliardi. Nel decreto legge che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare martedì troviamo ancora il bonus sociale sulle bollette di luce e gas per le famiglie con Isee fino a 15 mila euro e la conferma dell’azzeramento degli oneri di sistema sul gas e dell’Iva agevolata al 5% sempre sul gas. Ritornano, invece, gli oneri di sistema sulle bollette elettriche. Per le imprese, rimodulazione dei crediti d’imposta sulle bollette tenendo conto del forte calo dei prezzi di gas ed energia elettrica degli ultimi mesi. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha reso noto che nel testo figura anche una misura per alleggerire le spese del riscaldamento, dal prossimo 1°ottobre, nel caso in cui il prezzo del gas dovrebbe superare determinate soglie da stabilire.(Ved. anche Il Sole 24 Ore: ‘Resta il bonus sociale a 4,5 milioni di famiglie’ – pag. 6)
Infissi e caldaie, i lavori avviati recuperano cessioni e sconti
Il Sole 24 Ore - Giuseppe Latour e Giovanni Parente - Pag. 5
Modifiche al decreto legge n.11/2023. Per i lavori avviati prima della sua entrata in vigore sarà possibile fruire della cessione del credito e dello sconto in fattura. Il Governo lavora per trovare una soluzione agli esodati del Superbonus. Intanto dovrebbero ripartire, già nei prossimi giorni, gli acquisti dei crediti d’imposta da parte delle banche per disponibilità che si aggirano su 5-6 miliardi di euro. Si complica il calendario per i contribuenti chiamati ad effettuare le comunicazioni relative al 2022. Entro oggi, infatti, sono tenuti a comunicare all’Enea l’asseverazione e, poi, entro fine anno inviare l’opzione alle Entrate, sulla base di regole che, tuttavia, sono ancora da definire. Così aumenta il rischio che molti saranno costretti ad accedere alla remissione in bonis, pagando la sanzione da 250 euro. Per infissi e caldaie stop alla cessione agganciata all’avvio dei lavori. Si potrà guardare al pagamento dell’acconto: se arrivato entro il 16 febbraio, restano cessioni e sconto.
Responsabilità delle società anche per i reati sulle accise
Il Sole 24 Ore - Laura Ambrosi e Antonio Iorio - Pag. 32
Cambia il Dlgs n. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle società e delle persone giuridiche. La legge delega di riforma del fisco, nella parte relativa alle sanzioni, introduce delle novità che comportano modifiche alla 231. Le novità riguarderanno: l’inserimento tra i reati fonte degli illeciti penali in materia di accise; la previsione di ulteriori sanzioni interdittive per i delitti doganali più gravi. L’articolo 18 della bozza di legge delega rivede il sistema sanzionatorio tributario, amministrativo e penale, relativo a imposte sui redditi, Iva e altri tributi indiretti. Tra questi ultimi sono interessati in particolare le accise e i tributi doganali. Aumentano le sanzioni interdittive societarie per i più gravi reati doganali ovvero per gli illeciti che comportano una evasione di diritti di confine superiori a 100 mila euro. Razionalizzazione del sistema sanzionatorio amministrativo e penale, anche attraverso una maggiore integrazione tra sanzioni, ai fini del completo adeguamento al ne bis in idem.
Forfettari a 85 mila euro: l’ok della Ue fino al 2024 prepara la riforma
Il Sole 24 Ore - Simona Ficola e Benedetto Santacroce - Pag. 32
Con la decisione di esecuzione 2023/664 il Consiglio della Ue autorizza l’Italia, con effetto retroattivo al 1°gennaio scorso, ad esentare dall’Iva i soggetti passivi il cui volume d’affari annuo non supera gli 85 mila euro. Secondo il Consiglio, infatti, la richiesta dell’Italia è in linea con la direttiva (Ue) 2020/285 che mira ad introdurre l’onere di conformità per le piccole imprese ed evitare distorsioni della concorrenza del mercato interno. Il Consiglio Ue ha autorizzato così quanto disposto dalla manovra 2023 che ha aumentato da 65 mila a 85 mila euro la soglia di ricavi/compensi che consente di applicare un’imposta forfettaria del 15% sostitutiva di quelle ordinariamente previste, ovvero del 5% per le nuove attività per i primi 5 anni, al ricorrere di precise condizioni. Cresce, di fatto, la platea di chi rientra nel regime forfettario, ma per i quali resta ferma la facoltà di optare per il regime normale.
L’ammortamento al 6% obbliga a cambiare il piano
Il Sole 24 Ore - Alessandro Germani e Franco Roscini Vitali - Pag. 33
L’Agenzia delle Entrate, con il provvedimento 89458/2023, fornisce le disposizioni attuative della norma della manovra che prevede l’ammortamento maggiorato al 6% per le imprese operanti nel settore del commercio di prodotti di consumo al dettaglio. Ma presuppone un comportamento contabile volto ad adeguare il piano di ammortamento per consentire la maggior deduzione fiscale, il che rende difficile la fruizione. La norma stabilisce la possibilità di beneficiare di questo maggior ammortamento per i periodi dal 2023 al 2027. L’ammortamento maggiorato, comunque non superiore al 6%, presuppone che si passi dal bilancio per la sua contabilizzazione. La maggiorazione è deducibile nell’ipotesi di modifica al piano di ammortamento civilistico operato nell’esercizio di prima applicazione dello stesso. Questo passaggio creerà verosimilmente i maggiori problemi applicativi. Perché presuppone la modifica del piano di ammortamento. (Ved. anche Italia Oggi: ‘Fabbricati ammortizzati al 6%’ – pag. 26)
Assegnazione beni ai soci al nodo regimi transitori
Il Sole 24 Ore - Giorgio Gavelli e Marco Piazza - Pag. 34
La manovra 2023 ha riproposto l’assegnazione agevolata dei beni ai soci. Sarà necessario fare attenzione alla disciplina che regola la tassazione, in capo ai soci assegnatari, dell’eventuale imponibile emergente da tale operazione. Ricordiamo, infatti, che l’imposta sostitutiva versata dalla società ‘chiude qualsiasi debito tributario sia in capo alla società sia in capo al socio’, così come accade con l’assoggettamento all’imposta sostitutiva del 13% qualora oggetto di distribuzione siano riserve in sospensione d’imposta. Mentre per le riserve in sospensione l’importo imponibile per la società è quello eliminato contabilmente, per le altre riserve l’imposta sostitutiva si paga sulla differenza tra valore normale/catastale e costo fiscalmente riconosciuto del bene assegnato. Quindi, il socio assegnatario è chiamato a valutare l’effetto fiscale dell’operazione nei propri confronti su un importo coincidente con il costo fiscalmente riconosciuto del bene ovvero, ma solo se inferiore all’importo, con il valore normale/catastale. L’effetto sul socio cambia a seconda che vengano attribuite riserve di utili o di capitale.
Interessi da sospensione, contrasto sulle vecchie rottamazioni
Il Sole 24 Ore - Massimo Romeo - Pag. 34
Contrasto giurisprudenziale sulla rottamazione degli interessi da sospensione prima della versione quater. La manovra 2023 ha previsto una nuova rottamazione (la quater) dei carichi affidati all’agente della riscossione tra il 1°gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. Il legislatore ha in sostanza replicato quanto previsto nelle precedenti versioni consentendo ai contribuenti di estinguere i carichi senza corrispondere le somme affidate all’agente della riscossione a titolo di interessi e sanzioni, di interessi di mora, ovvero di sanzioni e somme aggiuntive e delle somme maturate a titolo di aggio, versando le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive di notificazione della cartella di pagamento. Nelle vecchie versioni non si faceva riferimento alle somme a titolo di interessi, ma il perimetro veniva limitato ‘alle sanzioni comprese in tali carichi e agli interessi di mora’. In una recente pronuncia la Cgt di secondo grado della Lombardia ha detto che l’enunciato sopra riportato appare inequivoco dall’escludere la debenza dei soli interessi di mora e non anche quelli ‘da sospensione’.
Investimenti pubblicitari, domande fino al 31 marzo per accedere al tax credit
Il Sole 24 Ore - Roberto Lenzi - Pag. 36
C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda ed accedere al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari per l’anno 2023. Rispetto alla procedura del 2022 ci sono, però, delle novità di cui le imprese devono tener conto. Da quest’anno non si agevolano più gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti televisive e radiofoniche, analogiche o digitali. È tornato, infatti, il ‘regime agevolativo ordinario’ secondo cui il credito d’imposta è concesso nella misura del 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati in campagne pubblicitarie sulla sola stampa quotidiana e periodica, anche online. Per accedere all’agevolazione è fondamentale l’incremento minimo dell’1% dell’investimento pubblicitario, rispetto all’analogo investimento effettuato sullo stesso mezzo di informazione nell’anno precedente. Possono accedere al bonus le imprese, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, dalle dimensioni e dal regime contabile adottato, nonché gli enti non commerciali.
Detrazione lunga per il 110%
Italia Oggi - Duilio Liburdi e Massimiliano Sironi - Pag. 22
Un emendamento alla legge di conversione del decreto n. 11/2023 sulla fruibilità delle cessioni dei crediti contiene un corposo pacchetto di provvedimenti tesi a ridefinire alcuni aspetti significativi delle agevolazioni fiscali in materia edilizia. Si lavora alla possibilità di spalmare i crediti dei bonus edilizi alle cessioni o agli sconti in fattura fatti entro il 31 marzo 2023 e cresce il novero delle agevolazioni che possono godere di questa opzione. Sono compresi i crediti derivanti dagli interventi per abbattere le barriere architettoniche, il sisma bonus e il sisma bonus acquisti. Con la novità contenuta nell’emendamento si sposterebbe al prossimo 31 marzo la possibilità di fruire per 10 anni dei crediti d’imposta, compresi quelli trasferiti di recente. Questo agevolerebbe tutti quei soggetti che hanno ricevuto i crediti successivamente al 31 ottobre 2022 e che oggi si troverebbero nell’obbligo di utilizzo quinquennale del credito.
Fisco soft sulla previdenza
Italia Oggi - Giulia Sirtoli - Pag. 24
Riforma fiscale. Cala la pressione fiscale sugli investimenti delle casse di previdenza. Il disegno di legge delega di riforma fiscale introduce l’imposizione sostitutiva sui redditi finanziari degli enti di previdenza obbligatoria. E non solo, perché si guarda anche alle casse di previdenza complementare, con aliquote agevolate sui rendimenti e secondo il principio di cassa. Sono le novità che potrebbero essere contenute nella delega fiscale, già approvata dal Governo se passasse positivamente il vaglio definitivo del Parlamento. Ieri il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha firmato il testo, autorizzando la presentazione dello stesso alle Camere. Il disegno di legge, dunque, inizierà l’iter di approvazione a Montecitorio.
Rottamazione 4 a effetto lampo
Italia Oggi - Giuliano Mandolesi - Pag. 25
Ad una settimana dalla presentazione della domanda di adesione alla rottamazione quater risulta pulita la ‘fedina fiscale’ dei contribuenti che possono ottenere il Durc e passare indenni le verifiche di inadempienza. La velocità di lavorazione dell’istanza, con i correlati e citati effetti, diviene fondamentale per i debitori che hanno rapporti con la Pa che richiede il Documento di regolarità contributiva per sottoscrivere o mantenere i contratti con le imprese ed è vincolata alle c.d. verifiche di inadempienza ovvero la preventiva interrogazione del riscossore prima di effettuare pagamenti per importi superiori a 5 mila euro. Entro il prossimo 31 luglio i debitori dovranno formalizzare l’intenzione di fruire del beneficio corrispondendo la prima o unica rata delle somme dovute.
No all’art bonus sul contributo versato senza spontaneità
Italia Oggi - Giulia Sirtoli - Pag. 25
L’Agenzia delle Entrate, con la risposta a interpello n. 266 pubblicata lo scorso 22 marzo, ha vietato l’art bonus al contributo versato senza spontaneità. Le porte del credito d’imposta che agevola i versamenti liberali sono infatti sbarrate per il fondatore di un ente che destini allo stesso delle somme. Ciò almeno nel caso in cui l’erogazione sia espressamente prevista – e in un certo senso, dunque, imposta – dallo statuto. In questo caso, infatti, viene meno il requisito della spontaneità, che necessariamente caratterizza una donazione per rendere applicabile il beneficio fiscale. L’Amministrazione finanziaria così nega il tax credit alla somma che il fondatore di un ente culturale destina al fondo di gestione sulla base di una previsione dello statuto che lo obbliga.
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